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Asta 030 del 27/05/2023 / lotto 59

Crisconio Luigi

Crisconio Luigi (Napoli 1893 - Portici, NA 1946)

DIPINTI

Stima: min €3000 - max €3500
Base Asta: € 1200
  • Descrizione Lotto

    Ritratto di Ada Pratella 1927
    olio su cartone
    firma e data: in basso a sinistra
    misure: cm 70 x 44
    osservazioni: l'opera risulta pubblicata nella monografia di Ada Pratella edita nel 1998 per la Galleria Giordani di Bologna a cura di Isabella Zaniboni

    Il successo della recente vendita presso questa casa d’aste del grosso corpus di opere provenienti dalla casa milanese della famiglia Pratella, oltre a sottolineare l’ancor vivo interesse per la grande pittura di scuola napoletana otto-novecentesca, ha senza dubbio determinato l’uscita sul mercato di un secondo gruppo di dipinti, anch’essi provenienti direttamente dagli eredi della nota stirpe di artisti, che con ogni probabilità i proprietari intendevano inizialmente conservare per sé.
    I quadri, come si può notare, sono stavolta tutti realizzati per mano di Ada Pratella, ultimogenita della famiglia, con l’unica, significativa eccezione del ritratto di Ada stessa eseguito da Luigi Crisconio, testimonianza dell’attenzione della giovane pittrice verso le tendenze artistiche a lei contemporanee nonché dei legami intercorsi tra lei ed i rappresentanti di queste ultime. Non si può inoltre non sottolineare una certa comunanza spirituale fra i due artisti, considerando che entrambi predilessero la pittura di figura risultando poi particolarmente prolifici negli autoritratti. In proposito Isabella Zaniboni, curatrice dell’unica monografia ad oggi disponibile di Ada, vi cita felicemente René Payant, storico dell’arte francese che ha osservato la precoce tendenza delle pittrici all’autoritratto quale forma di autoaffermazione in un mondo essenzialmente maschilista: tale ipotesi pare potersi ben adattare alla nostra artista, se ella appunto ad appena otto anni si ritrasse nel 1909 nel dipinto (proposto ora in vendita) ovviamente ancora immaturo, ma già carico di indubbia potenza espressiva. Tale innato talento, nonché i suoi successivi sviluppi, risultano ancor più sorprendenti considerando che gli studi artistici di Ada furono assai limitati: i documenti della giovane tutt’oggi conservati presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (ASABAN, serie Alunni, fascicolo personale 6945, consultato per gentile concessione del personale dell’Accademia, che qui ringraziamo) sono infatti evidentemente scarsi, e fra essi si leggono per lo più richieste di esenzione dal pagamento delle consuete tasse scolastiche (cosa che non sorprende, essendo note le difficoltà economiche familiari dovute all’altalenante attività artistica di Attilio, che fruttava secondo i documenti circa cento lire mensili); le note lasciateci da Eva, sorella di Ada, risultano dunque più utili per ricostruire il percorso di studi della nostra, ma ci giungono purtroppo solo parziali ed indirettamente grazie al succitato volume della Zaniboni: da esse evinciamo comunque che la giovane, come tanti altri noti studenti prima di lei, trovasse insostenibili gli obblighi ed i dittami accademici, preferendo un’attività creativa più libera ed indipendente, guidata dal resto dall’ammirata maestria paterna.
    Ada rimase comunque, come si accennava, legata al peculiare genere pittorico dell’autoritratto un po’ per tutto il corso della sua purtroppo breve produzione artistica, e ne è una prova significativa il fatto che, dei quattordici dipinti in asta, quasi un quarto consti di autoritratti dell’autrice: si aggiungono a quello infantile sopracitato la bella matita grassa, studio per il grande autoritratto col camice verde venduto in precedenza (e forse prima opera esposta dalla pittrice nel 1920), nonché il piccolo esemplare col vestito rosso. Quest’ultima opera risulta inaspettatamente significativa poiché, nella pennellata essenziale e la tavolozza particolarmente chiara, testimonia quell’evoluzione stilistica che Ada Pratella sperimentò fra il 1925 e l’anno successivo, allorché venuta in contatto con la coeva scuola emiliana ella prese ad indagare con rinnovata attenzione gli effetti luministici e cromatici sulla figura, da allora in poi unica protagonista della composizione pittorica venendosi a smaterializzare quella minuziosa rappresentazione dello sfondo di matrice ancora tardo-ottocentesca. Sarebbe comunque errato considerare lo sguardo dell’autrice del tutto distolto da Antonio Mancini, vera sua guida nel corso della carriera intera.
    Quando non raffigura se stessa, Ada si impegna evidentemente nel ritrarre per lo più la propria famiglia, e ancora una volta le opere proposte in asta ne costituiscono una efficace testimonianza. Fra queste è significativo notare che entrambi i genitori dell’autrice tendono ad essere rappresentati sempre intenti in attività ben specifiche, come se, e Isabella Zaniboni l’ha già felicemente osservato, la loro rispettiva essenza risiedesse in quelle specifiche mansioni, e mai altrove: così Annunziata Belmonte pare cucire o ricamare senza sosta, mentre Attilio, di spalle o profilo, è sempre al cavalletto, e quando non dipinge, ovvero nel grande ritratto col basco, ecco che il cappello pare inghiottirlo, dissolverlo, poiché la pittura soltanto può definire il campo di esistenza di un vero artista quale fu Attilio Pratella. Più libera ed originale appare invece la concezione dei ritratti dell’amata sorella Eva, forse gli esiti migliori nella produzione di Ada, così come le tele che hanno per soggetto la modella Gilda (qui di spalle nello splendido nudo) o l’amica Anna.
    La parabola artistica di Ada Pratella, per quanto notoriamente e tristemente breve, risulta in definitiva una delle più interessanti nel panorama culturale del primo Novecento napoletano ma in realtà più generalmente nazionale: lodata da più parti della penisola, la pittrice fu infatti già al tempo definita «prima» e «unica d’Italia», e certamente non a caso tale citazione fa da titolo a questo breve scritto. Forse fu anche la fine precoce ad accrescere l’interesse verso l’artista, ma il talento di fondo è oggettivamente innegabile, e non va sprecata l’occasione di apprezzarlo grazie a tante, rare opere messe insieme in questa occasione. Ci auguriamo che la crescente diffusione oggigiorno dei cosiddetti gender studies contribuisca ad una riscoperta della figura di Ada, così come di tante artiste donne ingiustamente trascurate, e speriamo di aver dato un seppur piccolo contribuito in tale direzione con le ultime vendite tenutesi presso la Errico Casa d’Aste.

  • Informazioni Asta

    Asta 030 del 27/05/2023 del 27/05/2023 18:00.
    Via Vincenzo Mosca 31/33